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Benvenuti nel blog di tre aspiranti infermieri che frequentano il primo anno del Cdl in Infermieristica a San Giovanni Rotondo, nell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza", e che tramite questo spazio sul web, tra esami e tirocinio, vogliono condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze, ampliando il proprio e il vostro bagaglio culturale, tramite il confronto e la comunicazione.
Ci auguriamo che sia di vostro gradimento e che possiamo crescere e tenere il tutto in costante aggiornamento.

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giovedì 22 maggio 2014

I parametri vitali

I parametri vitali si suddividono in:

1) FREQUENZA CARDIACA O POLSO
2) FREQUENZA RESPIRATORIA
3) PRESSIONE ARTERIOSA
4) TEMPERATURA CORPOREA

1) FREQUENZA CARDIACA O POLSO
Con il termine polso si intende l’onda presso ria che si trasmette lungo i vasi arteriosi. Tale onda è generata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Può essere palpato ( apprezzato cioè con le dita ) nelle sedi dove un’arteria passa lateralmente o al disopra di un segmento osseo, attraverso una modica pressione sull’arteria. Le nove sedi dove un polso può essere comunemente apprezzato sono:
• Temporale
• Carotideo
• Apicale
• Brachiale
• Radiale
• Femorale
• Popliteo
• Tibiale
• Pedidia
La frequenza del polso è espressa in battiti per minuto:nei neonati è all’incirca 190 bpm(battiti al minuto),negli adulti e negli anziani è tra 50-90 bpm.
Le tre comuni anomalie correlate alla frequenza del polso sono:
• La tachicardia: una frequenza di 100 o più battiti al minuto;
• La bradicardia: una frequenza inferiore a 50 battiti al minuto;
• L’aritmia.
PRESIDI
• Un orologio con contasecondi per calcolare la frequenza del polso apicale;
• Un fonendoscopio ( stetoscopio ) con un diaframma a forma di campana o di disco piatto per auscultare i battiti cardiaci;
• Una soluzione antisettica per pulire gli auricolari ed il diaframma dello stetoscopio se non si è sicuri della  loro pulizia. E’ necessario che il diaframma venga pulito e disinfettato se è sporco con materiali organici.
• Una tettarella se è necessario tranquillizzare un neonato o un bambino.

2)FREQUENZA RESPIRATORIA
La respirazione consiste nell’assunzione di O2 e nella eliminazione di CO2. Essa viene descritta come profonda o superficiale. Nelle respirazioni profonde viene inspirato ed espirato un notevole volume di aria. In quelle superficiali, il volume di aria mobilizzato è piccolo. Gli atti respiratori vengono valutati in relazione alla frequenza, alla profondità, al ritmo e al tipo. Essi vengono valutati osservando il torace del paziente durante l’atto respiratorio. Il paziente deve essere a riposo e inconsapevole che l’infermiere sta osservando i suoi atti respiratori; altrimenti il paziente stesso può volontariamente controllare la loro frequenza, profondità o ritmo. La frequenza viene misurata in atti per minuto; la frequenza normale in un adulto è di 16-20 atti, variando con alcuni fattori quali l’età, stati emotivi, attività fisica ed alcuni stati morbosi. Questi ultimi tre fattori tendono ad aumentare la frequenza respiratoria, legati all’aumento del fabbisogno di ossigeno del paziente. Gli atti respiratori sono generalmente conteggiati e valutati contemporaneamente alla T corporea o alla frequenza del polso.
TIPI DI RESPIRO ANOMALI
Anomalie del tipo di respiro comprendono la dispnea da sforzo o a riposo, l’ortopnea, sibili respiratori, stridore, rantoli o ronchi.
Iperventilazione: caratterizzata da aumento della frequenza respiratoria e della profondità;
Cheyne-Stokes: respiro periodico, caratterizzato da un graduale aumento della profondità del respiro seguito da una graduale riduzione del respiro stesso fino ad apnea, detto anche respiro boccheggiante;
Biot: respiro interrotto, è caratterizzato da periodi di apnea e periodi di tachipnea superficiale;
Apneustico: irregolare, respirazione inefficiente caratteristico delle lesioni del ponte e del mesencefalo;
Kussmaul: caratterizzato da respiri profondi e regolari tipico dello stato acidosico.

3)LA PRESSIONE ARTERIOSA
La Pressione Arteriosa rappresenta la misurazione della pressione del sangue all’interno delle arterie. Poiché il sangue si muove in modo pulsante, vi sono due valori di pressione del sangue: una pressione sistolica o pressione massima che corrisponde alla contrazione del muscolo cardiaco, e una pressione diastolica o pressione minima, che corrisponde al rilascio del muscolo cardiaco. La pressione diastolica è il valore presso rio più basso ed è comunque sempre presente all’interno delle arterie. La differenza tra la pressione sistolica e quella diastolica è detta pressione differenziale. La PA viene misurata in mmHg ( millimetri di mercurio ). Essa varia in relazione a numerosi fattori, tra cui l’età del paziente, la gittata cardiaca, il volume ematico, l’elasticità ed il calibro delle arterie ed il calibro dei capillari. La gittata cardiaca è normalmente di 70 ml di sangue per ciascuna contrazione. L’attività fisica e la febbre determinano un aumento della gittata. Anche il volume di sangue influenza la PA. Normalmente un adulto ha circa 5-6 litri di sangue circolante.
I RUMORI DI KOROTKOFF
Quando si misura la pressione arteriosa utilizzando lo stetoscopio, l’infermiere deve identificare 5 fasi detti rumori di Korotkoff.  All’inizio l’infermiere gonfia la cuffia dello sfigmomanometro fino a circa 30 mmHg al di sopra del valore in corrispondenza del quale è stato udito l’ultimo rumore che rappresenta il punto in corrispondenza del quale il flusso ematico viene bloccato. Poi la pressione del manicotto viene lentamente diminuita, mentre l’infermiere osserva la lettura  della pressione sul manometro e li rapporta ai rumori ascoltati attraverso lo stetoscopio. L’ Associazione Americana di Cardiologia (AAC) descrive le 5 fasi nella seguente maniera:
• Fase 1:  Il periodo inizia con il primo debole chiaro rumore di percussione. Questi rumori gradualmente diventano più intensi. Per essere sicuri che questi non siano rumori estranei, l’infermiere dovrebbe identificare almeno due rumori consecutivi.
• Fase 2: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori sono sibilanti;
• Fase 3: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori sono scroscianti e più intensi;
• Fase 4: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori diventano ovattati ed hanno una tonalità dolce e soffiante;
• Fase 5: Corrisponde al valore in cui i suoni scompaiono.
L’ AAC raccomanda di considerare il valore della pressione sistolica il punto in cui si sente il primo rumore (fase 1). Negli adulti la pressione diastolica corrisponde al punto in cui tali rumori scompaiono (fase 5). Nei bambini comunque la AAC raccomanda di considerare la pressione diastolica all’inizio della fase 4,in cui i rumori diventano ovattati.
PRESIDI PER LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA
La  PA viene misurata con un manicotto, uno sfigmo-manometro ed uno stetoscopio.
METODICHE
1. Determinare l’orario in cui il paziente ha mangiato, fumato o ha svolto attività fisica per l’ultima volta. N.B. per un’accurata misurazione della PA, questa dovrebbe essere presa a distanza di almeno 30 minuti dalle situazioni sopradescritte.
Per misurare la pressione arteriosa al braccio
2. Aiutare il paziente ad assumere una adeguata postura. La posizione seduta è quella generalmente utilizzata a meno che non sia controindicato. Il braccio dovrebbe essere lievemente flesso con il palmo della mano rivolto in alto e l’avambraccio e l’avambraccio mantenuto a livello del cuore. Misurazioni in posizioni differenti dovrebbero essere specificate. N.B. La PA normalmente è uguale nelle posizioni seduto, in piedi o sdraiato, ma in certe persone può variare nelle varie posizioni in modo significativo. Vi è un aumento della PA quando il braccio si trova sotto il livello del cuore o viceversa quando lo si pone al di sopra.
3. Esporre il braccio.
4. Avvolgere il manicotto, dopo aver tolto tutta l’aria, attorno al braccio in modo che il centro della camera venga posto direttamente sulla faccia mediale del braccio. Per misurare la pressione in un adulto, disporre il margine inferiore del manicotto a circa 2.5 cm al di sopra dello spazio antecubitale. In un neonato il margine inferiore del manicotto deve essere avvicinato al gomito. N.B. La camera d’aria posta all’interno del manicotto, deve essere posta direttamente sull’arteria che deve essere compressa per una misurazione più accurata.
5. Se si tratta della prima misurazione della PA, cercare di determinare prima con la palpazione la pressione sistolica. N.B. tale stima iniziale indica all’infermiere la massima pressione a cui deve portare il manometro nelle successive misurazioni. Ciò evita anche di sottostimare la pressione sistolica o di sovrastimare la pressione diastolica che potrebbero essere causate da un divario di reperti auscultatori. Tale divario auscultatorio, particolarmente evidente nei pazienti ipertesi, consiste nella temporanea scomparsa nei rumori normalmente presenti a livello dell’arteria brachiale, quando la pressione del manicotto raggiunge valori elevati, e poi nella ricomparsa dei rumori ad un livello più basso. Questa temporanea scomparsa dei rumori si verifica nell’ultima parte della fase 1 e nella fase 2 e può coprire un intervallo di 40 mmHg.
• Palpare l’arteria brachiale con la punta delle dita. L’arteria brachiale normalmente viene repertata medialmente nello spazio antecubitale;
• Chiudere la valvola della pompa ruotando la manopola in senso orario;
• Gonfiare il manicotto fino a quando non avvertite più il polso brachiale; a tale valore di pressione il sangue non può più fluire attraverso l’arteria;
• Annotarsi il valore registrato sullo sfigmomanometro a livello del quale non è più possibile avvertire il polso. Questo vi dà una stima della pressione massima richiesta per misurare la pressione sistolica;
• Sgonfiare completamente il manicotto e aspettare almeno 4-5 minuti prima di procedere a una nuova misurazione. Un periodo di attesa da tempo al sangue intrappolato nelle vene di essere rilasciato.
6. Introdurre nelle orecchie gli auricolari dello stetoscopio che devono essere lievemente inclinati in avanti. I suoni vengono percepiti più chiaramente quando gli auricolari sono disposti nella direzione del canale uditivo.
7. Assicurarsi che lo stetoscopio penda liberamente dalle orecchie al diaframma. Strofinando lo stetoscopio contro un oggetto si possono mascherare i rumori prodotti dal sangue all’interno delle arterie.
8. Porre il diaframma dello stetoscopio in corrispondenza del polso brachiale. Utilizzare il diaframma a campana dello stetoscopio. Tenere il diaframma con il pollice e il dito indice.
9. Gonfiare il manicotto fino a quando lo sfigmomanometro non raggiunge un valore di circa 30 mmHg al di sopra del punto in cui si ha la scomparsa del polso brachiale.
10. Sgonfiare il manicotto con cautela in modo che la pressione diminuisca a una velocità di 2-3 mmHg al secondo. Procedendo  più velocemente  o più lentamente, si può incorrere in errori di misurazione.
11. Man mano che la pressione si riduce, identificare i valori riportati sul manometro per identificare la pressione sistolica e pressione diastolica.
12. Sgonfiare il manicotto rapidamente e completamente ed aspettare qualche minuto prima di effettuare ulteriori misurazioni, ciò permette di liberare il sangue intrappolato nelle vene.
13. Ripetere i punti 9 – 12 una o due volte a seconda delle necessità, per confermare l’accuratezza delle misurazioni.
14. Togliere il manicotto dal braccio del paziente.
15. Se questa è la prima misurazione per il paziente, ripetere la tecnica sull’altro braccio. Il braccio su cui si registrano valori di pressione più elevati deve essere utilizzato perle successive misurazioni.
16. Controllare il paziente per ricercare eventuali segni di ipertensione e di ipotensione.
17. Registrare i valori della pressione arteriosa in accordo con le procedure dell’ospedale. Registrare due valori nella forma 130/80 dove 130 è la pressione sistolica e 80 è la pressione diastolica. Usare l’abbreviazione BD ( braccio destro ) e BS ( braccio sinistro ) per indicare dove è stata effettuata la rilevazione.
18. Registrare qualsiasi modificazione significativa dei valori pressori
ANOMALIE DELLA P.A.
1.ipertensione
2.ipotensione

4)TEMPERATURA CORPOREA
La temperatura corporea è un parametro vitale per verificare i bisogni del paziente e la temperatura di un organismo vivente. Negli esseri umani la temperatura corporea centrale normale è comunemente considerata di 37 °C, tuttavia questo è un valore approssimato. In proposito sono stati compiuti molti studi e, a seconda delle fonti, sono stati indicati vari possibili temperature “normali”. Gli studi più recenti indicano generalmente una temperatura di 37 °C, con una certa variabilità individuale (di circa ±0,4 °C).Oltre alla variabilità individuale bisogna anche tenere conto che la temperatura corporea fluttua normalmente durante il giorno, con il livello più basso il mattino alle 4 e col più alto la sera alle 18. Perciò una temperatura di 37,5 °C potrebbe essere febbre il mattino, ma non nel pomeriggio. Inoltre possono intervenire altri fattori come la digestione, l'età, l'attività fisica e, nelle donne, il ciclo mestruale, infatti, il progesterone, prodotto durante l'ovulazione, aumenta la temperatura da 0,3 a 0,6 °C, senza dimenticare eventuali terapie farmacologiche. Il centro termoregolatore è situato nell'ipotalamo protetto da forme di fenomeni aggressivi, riceve stimoli regolati e rilevati dai termorecettori profondi e superficiali. Quando ci sono variazioni al di sopra o al di sotto del range di temperatura, l'organismo cerca di riportare la temperatura corporea ai valori normali, e lo fa con contrazioni muscolari (90% della termogenesi) e variazioni del metabolismo cellulare determinando una iperproduzione di energia, oppure tramite la vasodilatazione e sudorazione per cercare di disperdere il calore. La termoregolazione è quindi il bilanciamento tra la termogenesi e la termodispersione.
ANOMALIE DELLA T.C.
1.ipertermia:T.C. superiore a 37.5 C°
2.ipotermia:T.C. inferiore a 36.5 C°

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