I parametri
vitali si suddividono in:
1) FREQUENZA CARDIACA O POLSO
2) FREQUENZA RESPIRATORIA
3) PRESSIONE ARTERIOSA
4) TEMPERATURA CORPOREA
1) FREQUENZA CARDIACA O POLSO
Con il termine polso si intende l’onda presso ria che si trasmette lungo i vasi arteriosi. Tale onda è generata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Può essere palpato ( apprezzato cioè con le dita ) nelle sedi dove un’arteria passa lateralmente o al disopra di un segmento osseo, attraverso una modica pressione sull’arteria. Le nove sedi dove un polso può essere comunemente apprezzato sono:
Con il termine polso si intende l’onda presso ria che si trasmette lungo i vasi arteriosi. Tale onda è generata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Può essere palpato ( apprezzato cioè con le dita ) nelle sedi dove un’arteria passa lateralmente o al disopra di un segmento osseo, attraverso una modica pressione sull’arteria. Le nove sedi dove un polso può essere comunemente apprezzato sono:
• Temporale
• Carotideo
• Apicale
• Brachiale
• Radiale
• Femorale
• Popliteo
• Tibiale
• Pedidia
La frequenza del polso è espressa in battiti per minuto:nei
neonati è all’incirca 190 bpm(battiti al minuto),negli adulti e negli anziani è
tra 50-90 bpm.
Le tre comuni anomalie correlate alla frequenza del polso
sono:
• La tachicardia: una frequenza di 100 o più battiti al
minuto;
• La bradicardia: una frequenza inferiore a 50 battiti al
minuto;
• L’aritmia.
PRESIDI
• Un orologio con contasecondi per calcolare la frequenza del
polso apicale;
• Un fonendoscopio ( stetoscopio ) con un diaframma a forma
di campana o di disco piatto per auscultare i battiti cardiaci;
• Una soluzione antisettica per pulire gli auricolari ed il
diaframma dello stetoscopio se non si è sicuri della loro pulizia. E’ necessario che il diaframma
venga pulito e disinfettato se è sporco con materiali organici.
• Una tettarella se è necessario tranquillizzare un neonato o
un bambino.
2)FREQUENZA RESPIRATORIA
La respirazione consiste nell’assunzione di O2 e nella
eliminazione di CO2. Essa viene descritta come profonda o superficiale. Nelle
respirazioni profonde viene inspirato ed espirato un notevole volume di aria.
In quelle superficiali, il volume di aria mobilizzato è piccolo. Gli atti
respiratori vengono valutati in relazione alla frequenza, alla profondità, al
ritmo e al tipo. Essi vengono valutati osservando il torace del paziente durante
l’atto respiratorio. Il paziente deve essere a riposo e inconsapevole che
l’infermiere sta osservando i suoi atti respiratori; altrimenti il paziente
stesso può volontariamente controllare la loro frequenza, profondità o ritmo. La
frequenza viene misurata in atti per minuto; la frequenza normale in un adulto
è di 16-20 atti, variando con alcuni fattori quali l’età, stati emotivi,
attività fisica ed alcuni stati morbosi. Questi ultimi tre fattori tendono ad
aumentare la frequenza respiratoria, legati all’aumento del fabbisogno di
ossigeno del paziente. Gli atti respiratori sono generalmente conteggiati e
valutati contemporaneamente alla T corporea o alla frequenza del polso.
TIPI DI RESPIRO ANOMALI
Anomalie del tipo di respiro comprendono la dispnea da
sforzo o a riposo, l’ortopnea, sibili respiratori, stridore, rantoli o ronchi.
Iperventilazione: caratterizzata da aumento della frequenza
respiratoria e della profondità;
Cheyne-Stokes: respiro periodico, caratterizzato da un
graduale aumento della profondità del respiro seguito da una graduale riduzione
del respiro stesso fino ad apnea, detto anche respiro boccheggiante;
Biot: respiro interrotto, è caratterizzato da periodi di
apnea e periodi di tachipnea superficiale;
Apneustico: irregolare, respirazione inefficiente
caratteristico delle lesioni del ponte e del mesencefalo;
Kussmaul: caratterizzato da respiri profondi e regolari
tipico dello stato acidosico.
3)LA PRESSIONE ARTERIOSA
La Pressione Arteriosa rappresenta la misurazione della
pressione del sangue all’interno delle arterie. Poiché il sangue si muove in
modo pulsante, vi sono due valori di pressione del sangue: una pressione
sistolica o pressione massima che corrisponde alla contrazione del muscolo
cardiaco, e una pressione diastolica o pressione minima, che corrisponde al
rilascio del muscolo cardiaco. La pressione diastolica è il valore presso rio
più basso ed è comunque sempre presente all’interno delle arterie. La differenza
tra la pressione sistolica e quella diastolica è detta pressione differenziale.
La PA viene misurata in mmHg ( millimetri di mercurio ). Essa varia in
relazione a numerosi fattori, tra cui l’età del paziente, la gittata cardiaca,
il volume ematico, l’elasticità ed il calibro delle arterie ed il calibro dei
capillari. La gittata cardiaca è normalmente di 70 ml di sangue per ciascuna
contrazione. L’attività fisica e la febbre determinano un aumento della
gittata. Anche il volume di sangue influenza la PA. Normalmente un adulto ha
circa 5-6 litri di sangue circolante.
I RUMORI DI KOROTKOFF
Quando si misura la pressione arteriosa utilizzando lo
stetoscopio, l’infermiere deve identificare 5 fasi detti rumori di Korotkoff. All’inizio l’infermiere gonfia la cuffia dello sfigmomanometro fino a circa 30
mmHg al di sopra del valore in corrispondenza del quale è stato udito l’ultimo
rumore che rappresenta il punto in corrispondenza del quale il flusso ematico
viene bloccato. Poi la pressione del manicotto viene lentamente diminuita,
mentre l’infermiere osserva la lettura
della pressione sul manometro e li rapporta ai rumori ascoltati
attraverso lo stetoscopio. L’ Associazione Americana di Cardiologia (AAC)
descrive le 5 fasi nella seguente maniera:
• Fase 1: Il periodo inizia con il primo debole chiaro rumore
di percussione. Questi rumori gradualmente diventano più intensi. Per essere
sicuri che questi non siano rumori estranei, l’infermiere dovrebbe identificare
almeno due rumori consecutivi.
• Fase 2: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori
sono sibilanti;
• Fase 3: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori
sono scroscianti e più intensi;
• Fase 4: Corrisponde al periodo durante il quale i rumori
diventano ovattati ed hanno una tonalità dolce e soffiante;
• Fase 5: Corrisponde al valore in cui i suoni scompaiono.
L’ AAC raccomanda di considerare il valore della pressione sistolica
il punto in cui si sente il primo rumore (fase 1). Negli adulti la pressione
diastolica corrisponde al punto in cui tali rumori scompaiono (fase 5). Nei
bambini comunque la AAC raccomanda di considerare la pressione diastolica
all’inizio della fase 4,in cui i rumori diventano ovattati.
PRESIDI PER LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA
La PA viene misurata
con un manicotto, uno sfigmo-manometro ed uno stetoscopio.
METODICHE
1. Determinare l’orario in cui il paziente ha mangiato,
fumato o ha svolto attività fisica per l’ultima volta. N.B. per un’accurata
misurazione della PA, questa dovrebbe essere presa a distanza di almeno 30
minuti dalle situazioni sopradescritte.
Per misurare la pressione arteriosa al braccio
2. Aiutare il paziente ad assumere una adeguata postura. La
posizione seduta è quella generalmente utilizzata a meno che non sia
controindicato. Il braccio dovrebbe essere lievemente flesso con il palmo della
mano rivolto in alto e l’avambraccio e l’avambraccio mantenuto a livello del cuore.
Misurazioni in posizioni differenti dovrebbero essere specificate. N.B. La PA
normalmente è uguale nelle posizioni seduto, in piedi o sdraiato, ma in certe
persone può variare nelle varie posizioni in modo significativo. Vi è un
aumento della PA quando il braccio si trova sotto il livello del cuore o
viceversa quando lo si pone al di sopra.
3. Esporre il braccio.
4. Avvolgere il manicotto, dopo aver tolto tutta l’aria,
attorno al braccio in modo che il centro della camera venga posto direttamente
sulla faccia mediale del braccio. Per misurare la pressione in un adulto,
disporre il margine inferiore del manicotto a circa 2.5 cm al di sopra dello
spazio antecubitale. In un neonato il margine inferiore del manicotto deve
essere avvicinato al gomito. N.B. La camera d’aria posta all’interno del
manicotto, deve essere posta direttamente sull’arteria che deve essere
compressa per una misurazione più accurata.
5. Se si tratta della prima misurazione della PA, cercare di
determinare prima con la palpazione la pressione sistolica. N.B. tale stima
iniziale indica all’infermiere la massima pressione a cui deve portare il
manometro nelle successive misurazioni. Ciò evita anche di sottostimare la
pressione sistolica o di sovrastimare la pressione diastolica che potrebbero
essere causate da un divario di reperti auscultatori. Tale divario
auscultatorio, particolarmente evidente nei pazienti ipertesi, consiste nella
temporanea scomparsa nei rumori normalmente presenti a livello dell’arteria
brachiale, quando la pressione del manicotto raggiunge valori elevati, e poi
nella ricomparsa dei rumori ad un livello più basso. Questa temporanea
scomparsa dei rumori si verifica nell’ultima parte della fase 1 e nella fase 2
e può coprire un intervallo di 40 mmHg.
• Palpare l’arteria brachiale con la punta delle dita.
L’arteria brachiale normalmente viene repertata medialmente nello spazio
antecubitale;
• Chiudere la valvola della pompa ruotando la manopola in
senso orario;
• Gonfiare il manicotto fino a quando non avvertite più il
polso brachiale; a tale valore di pressione il sangue non può più fluire
attraverso l’arteria;
• Annotarsi il valore registrato sullo sfigmomanometro a
livello del quale non è più possibile avvertire il polso. Questo vi dà una
stima della pressione massima richiesta per misurare la pressione sistolica;
• Sgonfiare completamente il manicotto e aspettare almeno 4-5
minuti prima di procedere a una nuova misurazione. Un periodo di attesa da
tempo al sangue intrappolato nelle vene di essere rilasciato.
6. Introdurre nelle orecchie gli auricolari dello stetoscopio
che devono essere lievemente inclinati in avanti. I suoni vengono percepiti più
chiaramente quando gli auricolari sono disposti nella direzione del canale
uditivo.
7. Assicurarsi che lo stetoscopio penda liberamente dalle
orecchie al diaframma. Strofinando lo stetoscopio contro un oggetto si possono
mascherare i rumori prodotti dal sangue all’interno delle arterie.
8. Porre il diaframma dello stetoscopio in corrispondenza
del polso brachiale. Utilizzare il diaframma a campana dello stetoscopio.
Tenere il diaframma con il pollice e il dito indice.
9. Gonfiare il manicotto fino a quando lo sfigmomanometro
non raggiunge un valore di circa 30 mmHg al di sopra del punto in cui si ha la
scomparsa del polso brachiale.
10. Sgonfiare il manicotto con cautela in modo che la
pressione diminuisca a una velocità di 2-3 mmHg al secondo. Procedendo più velocemente o più lentamente, si può incorrere in errori
di misurazione.
11. Man mano che la pressione si riduce, identificare i valori
riportati sul manometro per identificare la pressione sistolica e pressione
diastolica.
12. Sgonfiare il manicotto rapidamente e completamente ed
aspettare qualche minuto prima di effettuare ulteriori misurazioni, ciò
permette di liberare il sangue intrappolato nelle vene.
13. Ripetere i punti 9 – 12 una o due volte a seconda delle
necessità, per confermare l’accuratezza delle misurazioni.
14. Togliere il manicotto dal braccio del paziente.
15. Se questa è la prima misurazione per il paziente,
ripetere la tecnica sull’altro braccio. Il braccio su cui si registrano valori
di pressione più elevati deve essere utilizzato perle successive misurazioni.
16. Controllare il paziente per ricercare eventuali segni di
ipertensione e di ipotensione.
17. Registrare i valori della pressione arteriosa in accordo
con le procedure dell’ospedale. Registrare due valori nella forma 130/80 dove
130 è la pressione sistolica e 80 è la pressione diastolica. Usare
l’abbreviazione BD ( braccio destro ) e BS ( braccio sinistro ) per indicare
dove è stata effettuata la rilevazione.
18. Registrare qualsiasi modificazione significativa dei
valori pressori
ANOMALIE DELLA P.A.
1.ipertensione
2.ipotensione
4)TEMPERATURA CORPOREA
La temperatura corporea è un parametro vitale per verificare
i bisogni del paziente e la temperatura di un organismo vivente. Negli esseri
umani la temperatura corporea centrale normale è comunemente considerata di 37
°C, tuttavia questo è un valore approssimato. In proposito sono stati compiuti
molti studi e, a seconda delle fonti, sono stati indicati vari possibili
temperature “normali”. Gli studi più recenti indicano generalmente una
temperatura di 37 °C, con una certa variabilità individuale (di circa ±0,4
°C).Oltre alla variabilità individuale bisogna anche tenere conto che la
temperatura corporea fluttua normalmente durante il giorno, con il livello più
basso il mattino alle 4 e col più alto la sera alle 18. Perciò una temperatura
di 37,5 °C potrebbe essere febbre il mattino, ma non nel pomeriggio. Inoltre
possono intervenire altri fattori come la digestione, l'età, l'attività fisica
e, nelle donne, il ciclo mestruale, infatti, il progesterone, prodotto durante
l'ovulazione, aumenta la temperatura da 0,3 a 0,6 °C, senza dimenticare
eventuali terapie farmacologiche. Il centro termoregolatore è situato
nell'ipotalamo protetto da forme di fenomeni aggressivi, riceve stimoli
regolati e rilevati dai termorecettori profondi e superficiali. Quando ci sono
variazioni al di sopra o al di sotto del range di temperatura, l'organismo
cerca di riportare la temperatura corporea ai valori normali, e lo fa con
contrazioni muscolari (90% della termogenesi) e variazioni del metabolismo
cellulare determinando una iperproduzione di energia, oppure tramite la
vasodilatazione e sudorazione per cercare di disperdere il calore. La
termoregolazione è quindi il bilanciamento tra la termogenesi e la
termodispersione.
ANOMALIE DELLA T.C.
1.ipertermia:T.C. superiore a 37.5 C°
2.ipotermia:T.C. inferiore a 36.5 C°
Nessun commento:
Posta un commento