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Benvenuti nel blog di tre aspiranti infermieri che frequentano il primo anno del Cdl in Infermieristica a San Giovanni Rotondo, nell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza", e che tramite questo spazio sul web, tra esami e tirocinio, vogliono condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze, ampliando il proprio e il vostro bagaglio culturale, tramite il confronto e la comunicazione.
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sabato 24 maggio 2014

Chi è l'infermiere?

LA STORIA DELL’INFERMIERE

L'Infermiere è un professionista sanitario che, in possesso di titoli e qualifiche previsti dalla legge, è responsabile dell'assistenza infermieristica alla persona.
Tradizionalmente, ad effettuare oggi le funzioni di quelli che oggi possiamo definire infermieri erano generalmente i religiosi, soprattutto nel medioevo fino all'età moderna. Tuttavia La figura religiosa non era inizialmente ben accettata nel praticare l’assistenza ai malati, in quanto il contatto con i corpi sembrava essere una prerogativa delle donne sposate o addirittura prostitute.
Nel XIX secolo nacquero numerose congregazioni religiose, che oltre all’insegnamento, fondarono ospedali e organizzazioni di assistenza ai malati a domicilio, nonostante la normativa ecclesiastica ancora imponesse alle religiose di non assistere nessuno a domicilio, oltre ad escludere le donne incinta e malati di sesso maschile.
L’infermieristica era ancora legata ed influenzata dalla religione, ed il pensiero era che l’immagine umanitaria dell’infermiere fosse legata ad una chiamata spirituale alla professione. Le qualità dei potenziali candidati a diventare infermieri erano povertà, innocenza e sottomissione. In Europa iniziano ad essere costruiti i primi ospedali con la nascita della figura del Direttore medico, mentre nel 1853 a Napoli viene fondata una scuola per infermieri. “Il compito di alleviare le sofferenze dei malati, considerato poco nobile nella gerarchia sociale, è delegato da sempre al sesso femminile, garante dello sviluppo e del mantenimento della specie.”

Florence Nightingale è conosciuta come la fondatrice dell’infermieristica moderna, appartiene ad una famiglia inglese ricchissima e grazie agli insegnamenti del padre ottiene un’istruzione completa con un elevato risultato culturale. Nacque il 12 maggio del 1820 in Italia, a Firenze. Intraprese la professione infermieristica contro i desideri della famiglia. Nel 1854 l’Inghilterra entra in guerra con una spedizione nel Mar Nero, in Crimea, con i francesi, in aiuto alla Turchia contro la Russia. La campagna militare inglese fu positiva ma incombe un grosso problema: i feriti e i malati della guerra morivano per mancanza di assistenza. Il ministro della guerra inglese Herbert inviò la Florence Nightingale in Crimea con un gruppo di infermiere, viene nominata sovraintendente del corpo delle infermiere degli ospedale inglesi in Turchia con il compito di organizzare la sfera assistenziale. Le principali cause di morte erano dovute alle epidemie di colera e di tifo, alla gangrena e alla dissenteria, ma non strettamente correlate alle ferite di guerra. Florence Nightingale attuò una serie di provvedimenti quali:
Pulizia degli ambienti;
Camicie, lenzuola e biancheria;
Lavanderia con una caldaia per bollire tutta la biancheria;
Cucina per diete speciali;
Stanze per l’alloggio delle infermiere.

In sei mesi Florence Nightingale è riuscita a ridurre la mortalità dal 42% al 2%. L’opinione pubblica inglese, a posteriori dalla guerra di Crimea, cambia idea nei confronti del ruolo dell’infermiere, in quanto “diviene simbolo di forza, misericordia, padronanza di sé di fronte al dolore, altruismo e solidarietà.” Nel 1860 pubblicò il libro “Notes on Nursing” e fondò la “Nightingale Training School for Nurses”. La scuola viene basata su due fondamentali principi quali:
1. L’internato obbligatorio delle allieve nella “casa dell’infermiera” -> l’intento della Nightingale è di formare il carattere dell’infermiera secondo criteri morali estremamente rigidi.
2. La formazione infermieristica basata sul sapere, l’istruzione e la conoscenza -> lezioni teoriche giornaliere vengono impartite da medici e capo reparto e le allieve sono sottoposte ad esami e verifiche. L’istruzione secondo Nightingale non prevede alcuna interferenza nell’ambito medico, senza la sovrapposizione di attribuzioni, ma piuttosto le figure di infermiera e medico si sostengono a vicenda per il bene del malato

Negli Stati Uniti ed in Inghilterra il modello Nightingale influenza la formazione, l’organizzazione del lavoro e la identificazione professionale, permettendo un'evoluzione professionale infermieristica in rapida ascesa con mete sempre più ambiziose, come nel 1911 in America, dove nacque l’organizzazione professionale American NursesAssociation (ANA). Successivamente nacquero le organizzazioni professionali come la Canadian NursesAssociation (CNA), l’International Council of Nurses (ICN), la National League of Nursing (NLN). In Italia invece è attiva la Federazione italiana degli Infermieri e delle Infermiere degli Ospedali e dei Manicomi.
In Italia, con la legge n. 1049 del 29 ottobre 1954, avviene la nascita del Collegio Infermiere Professionali, Assistenti Sanitarie Visitatrici e Vigilatrici di Infanzia (IPASVI). Questo avvenimento è di estrema importanza per quanto riguarda la professionalizzazione infermieristica, in quanto questo è il momento in cui la collettività, ai sensi dell’articolo 2229 del Codice Civile, riconosce una occupazione quale professione intellettuale. Nel 1971 viene abolito l’internato e i maschi vengono ammessi a frequentare i corsi, mentre nel 1973 le scuole per infermieri professionali diventano triennali in accordo con le indicazioni europee stabilite nel Rapporto di Strasburgo. Nel 1980 avviene la ratifica italiana che predispone il riconoscimento reciproco dei diplomi di infermiere nella Unione Europea.

Gli anni settanta vengono considerati anni di maggior sviluppo tecnologico, in cui il mondo sanitario vive l’invasione tecnologica più importante della propria storia recente. Con l’avvento delle nuove tecnologie, si sviluppano numerose specializzazioni mediche e numerose tecniche curative; tuttavia, la professione infermieristica che vive questo momento si specializza e focalizza la propria attenzione più sull’avvento tecnologico piuttosto che porre attenzione sulle conseguenti modificazioni dei bisogni di assistenza infermieristica delle persone. In questi anni, che dal punto di vista storico-culturale sono visti come anni molto confusi e di crisi, “porta la classe infermieristica ad una sorta di crisi di identità della professione, la quale porta gli infermieri a cercare al di fuori del territorio italiano, delle soluzioni e dei nuovi paradigmi interpretativi della realtà.” Dunque ci sono da un lato un aumento delle responsabilità e di “mansioni” affidate agli infermieri (in riferimento al D.P.R 14 marzo 1974, n. 225, conosciuto come “mansionario”), e dall’altro lato la ricerca del significato di cosa è l’assistenza infermieristica. La legge del 19 novembre 1990, n. 341, istituendo per la prima volta apposito corso di laurea in scienze infermieristiche sancì l'ingresso della formazione universitaria quale requisito indispensabile per l'esercizio della professione e di infermiere. Con il d.lgs 30 dicembre 1992, n. 502 stabilì l'obbligo, entro il primo gennaio 1996, per le regioni di stipulare con le università convenzioni per l’attuazione dei corsi di laurea previsti dalla legge 341/1990. Il decreto inoltre stabilì l'obbligo del conseguimento del diploma di maturità quinquennale per l’ammissione al diploma universitario di infermiere,qualificando il titolo rilasciato al termine del corso universitario come “diploma universitario” abilitante all’esercizio della professione.Viene inoltre affermato che i diplomi e gli attestati conseguiti con il precedente ordinamento (le scuole infermieristiche antecedenti al decreto), sono equipollenti al diploma universitario. Il decreto del Ministero della Sanità 14 settembre 1994, n. 73 dettò le prime disposizioni specifiche in tema relative alla figura ed al profilo professionale, definendo l’infermiere come:
« […] l'operatore sanitario che in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale è responsabile dell'assistenza generale infermieristica. »

Per esercitare, è necessario conseguire la laurea triennale in Infermieristica ed essere iscritti all'albo professionale presso il collegio provinciale IPASVI di appartenenza. L'Infermiere abilitato alla professione e quindi iscritto ad apposito albo professionale - tenuto dal collegio provinciale - può anche esercitare l'attività come libero professionista.

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